Si respira voglia di automobile a Torino, con un evento che segna uno spartiacque nella storia delle quattro ruote.
Marchi emergenti e marchi che negli ultimi anni si sono già fatti apprezzare e scegliere nel mercato italiano, che tornano alla carica con modelli rinnovati al passo con i tempi, grazie alla fiducia dei clienti già acquisiti e in cerca di nuovi spazi e opportunità.
Prezzi non esagerati, grandi display e pellame, il colpo d’occhio appaga. Ecosostenibili? Evidentemente no.
Ma ci staranno questi suv e crossover sempre più grandi sulle nostre strade? Quale futuro?
SfrecciAzzurra non poteva mancare alla kermesse più importante del Paese in un momento estremamente delicato per l’automobile, che vede un bivio sulle scelte produttive dell’ultimo decennio (guarda il video). La svolta verso l’elettrico non sta dando risultati soddisfacenti alle case, ma non è ancora detta l’ultima parola.
Senza dubbio sarà un passaggio graduale, coerente, che non distrugge quanto di buono è stato costruito negli oltre 100 anni di vita dell’auto, dall’eccellenza della filiera automotive, componentisti e oem, su cui vivono milioni di famiglie. Il tempo consentirà anche di affinare i propulsori termici, elettrificandoli ove possibile, e sarà occasione per continuare a investire su nuove fonti di energia più pulite.
E’ proprio questo però il momento per porre le basi per nuove scelte lungimiranti, che consentano all’automobile italiana di consolidarsi e ripartire, con un parco circolante che se rinnovato in un ciclo di vita di 10 anni potrebbe rappresentare ben 4 milioni di nuovi veicoli immatricolati ogni anno, oltre il doppio dei volumi attuali, a tutto vantaggio dell’industria, del commercio e soprattutto della sicurezza.
Camminando per gli eleganti viali tra i new entry e i vecchi blasoni, abbiamo avuto modo di osservare con attenzione la curiosità della gente, famiglie con bambini che salgono a bordo delle vetture esposte e testano materiali e maxi schermi, qualcuno rievoca nostalgico ricordi di gioventù, altri guardano con stupore dei mastodontici fuoristrada visti solo in televisione.
C’è chi si chiede se Omoda faccia parte di Skoda, forse per la finale del nome, chi rivive le avventure sulla sua prima Renault 5, chi rimane a bocca aperta davanti al Tesla Cybertruck.
Parola d’ordine di questo salone, tra i portici romantici della bella Torino, è Suv. In tutte le salse, in tutti i colori, in tutte le dimensioni, imponenti, enormi per le strade italiane, i centri storici, le campagne.
Un panorama automobilistico diviso in due, dove gli orientali avanzano con prodotti apparentemente validi, almeno nei i materiali degli interni e negli assemblaggi, con tecnologie forse non dell’ultimo grido, ma avanzano, prendono quota, e attraggono i clienti. Dall’altra parte, il rilancio di modelli iconici come la Renault 5, la Fiat Grande Panda e la Citroen C3, soluzioni intelligenti nel loro pensiero, simpatiche all’osservatore, forse semplicemente ancora troppo costose rispetto alla concorrenza che viene da lontano.
L’automobile, piccola, pratica, furba, economa, sicura, robusta, quello che ha rappresentato la Panda per decenni, ora ha la guida alta e gli occhi a mandorla, ma non per tutti.
Il mercato italiano ha bisogno di auto che sappiano essere concrete, equilibrate, che garantiscano prestazioni adeguate e pongano attenzione all’ambiente, ai consumi, alla praticità d’uso.
Il mercato italiano ha bisogno di auto che sappiano fare battere il cuore.
SfrecciAzzurra, educhiamo a una mobilità intelligente a lungo termine.