L’impatto sensoriale nella scelta dell’automobile

Si sente spesso parlare di quale motore scegliere, di auto elettrica, di prestazioni, di consumi.

Ma quanto sono importanti questi indicatori nella scelta dell’automobile? E’ questa la reale percezione del consumatore o rappresentano solo degli elementi differenzianti sui quali costruire delle argomentazioni?

In effetti, l’utilizzatore di un’auto medio, magari non appassionato di autoveicoli, dà poca importanza ad alcuni elementi che per gli operatori del settore sono ritenuti fondamentali, ad esempio lo scatto 0-100, la velocità massima, il tempo di ricarica. Altri sono invece i punti di contatto sui quali l’automobilista osservatore nota delle differenze che possono rappresentare anche dei fattori di acquisto.

Salendo a bordo di un’auto, uno dei primi aspetti è la modalità di accensione o ancora l’ubicazione del cambio. La presenza di un pulsante invece che la chiave o ancora la leva dietro al volante invece che sul tunnel hanno un forte impatto emozionale e pratico. Allo stesso modo, l’odore emanato dall’abitacolo, dalle plastiche della plancia ai fianchetti dei sedili, e il feeling sensoriale al tatto sono determinati nel fare scattare una scintilla o nel rifiutare un veicolo.

A volte persino capita che la presenza di un equipaggiamento come il tettuccio apribile o di una dotazione all’apparenza insignificante come la corona fissa del volante sia proprio quella goccia che scatena l’interesse.

Ragionevolmente, forse si parla poco di prodotto auto, se non sui configuratori delle case e/o su riviste molto specializzate, che probabilmente non verranno consultate da un potenziale cliente inesperto.

Se è vero che l’acquisto oggi si fa online tramite la formalizzazione di un canone mensile, l’auto è un oggetto che fa innamorare chi la usa, perché sprigiona delle emozioni che spesso toccano dei ricordi, dei profumi, delle sensazioni già vissute. Il concetto di brand experience è fondamentale nel processo di acquisto di un’automobile, che è la sintesi di una storia e di un progetto complesso.

E se i più giovani non badano all’amarcord se non attraverso lo storytelling dei genitori ma sono più puntigliosi sul digitale, sull’infotainment e la connettività, la scelta dei costruttori di riempire le auto di maxi schermi appare la risposta più appropriata. Tuttavia, anche la generazione Z ricerca una nuova praticità, un feeling diverso rispetto al passato ma un appiglio al prodotto, la facilità nell’essere connessi con il mondo circostante e con le altre auto circostanti, la semplicità nell’utilizzare gli ausilii alla guida, ormai contenuti imprescindibili per chi è nato ieri e guiderà domani.

Ecco allora che la motorizzazione e i dati da manuale passano in secondo piano, con un desiderio sempre più accentuato di sentirsi parte di un prodotto, l’automobile, con la quale si trascorre del tempo, a volte parecchio tempo, per fare le cose che non ci piacciono e che ci piacciono, da vivere da soli o in condivisione, ma in primis da vivere.

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