Quando inserire i pacchetti equipaggiamento nella dotazione

I pacchetti di equipaggiamento, ovvero dei codici opzionali che includono più dotazioni vincolate l’una con l’altra all’interno di un listino di una vettura, sono una strategia di upselling molto diffusa fin dagli anni ‘90, quando per la prima volta le auto hanno iniziato ad essere sempre più rifinite.

Ci sono parecchie differenze però nella modalità di proposizione dei pacchetti da parte dei costruttori, in particolar modo tra player europei e player orientali.

Se gli orientali presentano un listino piuttosto essenziale, con degli allestimenti già piuttosto completi e solo due tre pacchetti opzionali, con delle dotazioni che non possono essere selezionate singolarmente dal cliente, diverso è per gli europei, soprattutto per i tedeschi, per i quali i pacchetti sono una vera e propria giungla.

Ma qual è la motivazione che si cela dietro i pacchetti? In primis la volontà di aumentare il fatturato, poiché il pacchetto ha un costo superiore all’equipaggiamento singolo. Segue il desiderio di proporre ed incentivare il cliente a scegliere un’auto più ricca, con migliore impatto visivo da parte del pubblico, ipotizzando anche una maggiore rivendibilità futura e tenuta del valore nel tempo.

Inoltre, spesso accanto all’inserimento di un pacchetto si affianca una scontistica particolare, blindata al pacchetto, ed è il costruttore stesso a veicolarla tramite i preordini alle concessionarie o le offerte commerciali; in questo caso risulta quasi una dotazione inclusa a listino che tuttavia lo fa lievitare, a tutto vantaggio della casa.

Oggi le auto presentano una dotazione di serie completa già dall’allestimento entry level, ma sono contestualmente aumentate le possibilità di personalizzazione. Si trovano quindi diversi tipi di pacchetti, da quelli prettamente utili che includono equipaggiamenti come la telecamera per il parcheggio, il portellone posteriore elettrico oppure il sensore pioggia e luminosità per l’accensione automatica dei fari, a quelli meramente estetici, che vanno ad offrire una carrozzeria più accattivante senza inficiare su comfort e praticità. Ci sono poi i pacchetti sulla sicurezza, che annoverano gli Adas più recenti, o ancora dei pacchetti mix, piuttosto onerosi e disponibili sui marchi premium, che includono per esempio il climatizzatore automatico trizona, i fari full led matrix ed il cruise control adattivo.

Noi di SfrecciAzzurra suggeriamo di porre particolare attenzione ad alcuni elementi nella scelta di un pacchetto, tra cui:

– reale vantaggio competitivo rispetto al costo dei singoli accessori (se selezionabili singolarmente) e costo del pacchetto

– presenza di condizioni economiche particolarmente vantaggiose che abbattono parzialmente l’aggiunta del pacchetto

– verifica dell’incidenza del pacchetto sul listino: più è alta più è difficile recuperarne il valore nel tempo, meglio se possibile fare un upgrade di allestimento

– valutazione circa l’impatto del pacchetto sul valore residuo futuro, un elemento difficile da quantificare ma stimabile in base ai dati di mercato e con un supporto di un consulente preparato

– presenza di legami tra pacchetti che potrebbero fare lievitare notevolmente il prezzo finale

Ci sono poi delle ragioni soggettive e di natura estetica e pratica che possono far propendere alla scelta di un particolare pacchetto senza prendere in considerazione i ragionamenti di cui sopra.

In ogni caso, nel contesto attuale suggeriamo sempre di scorrere con attenzione i listini delle auto, spesso disponibili sul web, e di verificare i contenuti dei pacchetti per sondarne il rapporto costo/beneficio. In un’ottica di medio lungo periodo e puntando sulla sicurezza, consigliamo di non trascurare tutti quei pacchetti che includono dotazioni che facilitano e agevolano la guida, dagli ausili al parcheggio come sensori e telecamere fino ai sistemi di assistenza, dai gruppi ottici ad alta efficienza alla connettività wireless per il telefono, così da minimizzare i rischi di distrazione.