Come funzionano le targhe automobilistiche in Italia

La targa in un mezzo a motore rappresenta l’elemento identificativo che ne permette la circolazione; ogni targa viene regolarmente iscritta nel Pubblico Registro Automobilistico.

Il sistema di definizione delle targhe ha subito diverse modifiche negli anni, dovuto sia al crescente numero di auto circolanti sia alla volontà, a livello europeo, di uniformare e semplificare le regole di identificazione.

L’attuale normativa, che fa data 1993, in materia di targhe prevede un template di colore bianco con due strisce laterali di colore blu, ed una struttura composta da 7 caratteri, di cui rispettivamente:

– due lettere iniziali in ordine alfabetico

– 3 numeri compresi tra 000 e 999

– due lettere finali in ordine alfabetico

Prima del ‘93 invece il lettering delle targhe partiva dalla Provincia di registrazione a cui seguiva una sequenza numerica, mentre oggi l’indicazione della provincia può essere apposta facoltativamente nella striscia blu di destra, sotto lo spazio per l’anno di immatricolazione, anch’esso facoltativo. Con un mercato ormai non più geograficamente così marcato e con la presenza di oltre 1/3 di auto immatricolate con la formula del noleggio a lungo termine, dove il proprietario è la società di noleggio e non più il cliente finale, la maggior parte delle targhe delle nuove auto nella sezione blu non viene più completata.

Partita con AA 000, con la primavera del 2025 la lettera principale dalla G passa alla H; le ultime auto immatricolate nei mesi di luglio ed agosto vedono quindi HA ed HB come protagoniste. L’andamento di lettere e numeri è progressivo, e viene definito dalla Motorizzazione Civile, mentre la stampa delle placche viene effettuata dal Poligrafico dello Stato principalmente nella sede di Foggia.

La vita utile di una lettera varia in funzione dell’andamento delle nuove immatricolazioni: se in passato un ciclo poteva durare 4 anni, oggi con il calo delle vendite la lettera iniziale cambia almeno ogni 5 anni; la sigla GA per esempio è datata fine 2019, mentre GZ è stata recentemente pensionata.

Razionale e sintetica, la regolamentazione delle targhe segue dettami simili anche negli altri Paesi Europei, con alcune specifiche ad hoc come il colore (giallo nei Paesi Bassi), dell’anno di immatricolazione o ancora del numero di dipartimento nel caso della Francia.

Qualora un’auto subisca la perdita della targa oppure venga importata dall’estero, è necessario provvedere alla reimmatricolazione secondo il lettering del momento, senza quindi tenere effettivamente conto della data di prima introduzione sul mercato. Capita quindi di vedere delle auto con diversi anni sulle spalle con targhe recenti; in questo caso per conoscere la storia del veicolo è possibile fare riferimento al PRA e richiedere una visura oppure consultare alcune piattaforme che riportano i principali accadimenti come registrazione, sinistri e trasferimenti di proprietà. In quest’ultimo caso, almeno tra compravendite sul territorio italiano, non è prevista la reimmatricolazione.

Tra gli autoveicoli esistono poi delle targhe particolari, per esempio quelle che iniziano con la sigla ZA, che vengono utilizzate per particolari conformazioni dello spazio di collocamento posteriore del template, come i fuoristrada con ruota di scorta. Nomenclatura differente è invece riservata alla forze dell’ordine o a corpi specifici, dalla polizia locale ai vigili del fuoco.

Infine, limitatamente alle auto immatricolate da società di noleggio, il lettering e i numeri possono non seguire pedissequamente il mercato, questo perché trattandosi di volumi importanti vengono anticipate e “prenotate”; situazione opposta invece capita per quei veicoli acquistati in lotti dalle società di noleggio che vengono immatricolati ma consegnati al cliente finale diversi mesi dopo, in linea con quanto accade per le auto a Km0.